Confucio

Confucio


Confucio (Kǒng Fūzǐ 孔夫子) nato il 29 Settembre 551 a.C. è il primo grande Maestro della filosofia cinese e della sapienza degli “antichi”. I suoi precetti di lealtà familiare, il culto degli antenati ed il rispetto degli anziani sono idealisopravvissuti per secoli fino ai giorni nostri.

 
Confucio, vissuto fino all’età di settantadue anni, pone la sua attenzione sull’uomo che lo definisce “capace di migliorare e di perfezionarsi all’infinito”. Nei “Dialoghi” il tema principale dei suoi insegnamenti è l’apprendere:

“Apprendere qualcosa per applicarlo costantemente nella vita non è fonte di grande piacere?...”


Imparare dagli altri e non per gli altri è ciò che rende un uomo degno del suo nome:

“Il Maestro disse: Persino se si viaggia soltanto in tre, ognuno può essere certo di trovare nell’altro un maestro: assumerà del buono quando v’è da imitare, e vedrà del malvagio quanto deve correggere in se stesso.”


Per tutta la sua vita si presenta al popolo come “colui che nulla ha inventato” , “colui che si ostina a salvare il mondo, pur sapendo che è fatica vana” descrivendo le sue tappe in questo modo:

 

“A quindici anni, decisi di apprendere. A trenta, ero saldo sulla Via. A quaranta non avevo più dubbi. A cinquanta, compresi il decreto del Cielo. A sessanta, il mio orecchio era perfettamente intonato. A settanta, agivo seguendo il mio cuore, senza per questo trasgredire alcuna norma.”

 
Confucio insegna grandi valori etici e morali che sono alla base di quello che oggi è la filosofia universale di un uomo giusto. Come abbiamo detto poco fa, il primo compito è legato all’apprendimento per diventare un uomo di valore (jūnzǐ 君子). Diventare un uomo significa sviluppare un senso di umanità e benevolenza, senso di giustizia e rispetto. Non a caso Confucio insegna la rettifica dei nomi e la pietà filiale:


“Il Maestro Disse: Un giovane deve portare rispetto in famiglia ai genitori e in società ai più anziani; dev’essere serio e degno di fiducia. Estenda a tutti gli uomini la sua simpatia, ma privilegi coloro che praticano la virtù dell’umanità, e il tempo che gli rimane lo dedichi alla cultura.”


Il Maestro voleva enfatizzare l’importanza e il senso di responsabilità che investe il ruolo di ogni figura : “ che il sovrano agisca da sovrano, il ministro da ministro, il padre da padre e il figlio da figlio”; mentre la cultura si riferisce al mantenere le tradizioni dei riti e allo studio delle sei arti classiche che in quel periodo erano indispensabili per formare un ragazzo ( l’arte del tiro con l’arco, l’arte del portare il carro, l’arte della musica, l’arte dei riti, l’arte del studio dei classici e l’arte del calcolo matematico). Sebbene il principio morale di Confucio fosse contro l’uso della forza e della guerra, la sua figura rimane una delle più importanti figure di primo “Maestro” orientale della storia, se non altro uno dei più famosi.
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