gli otto immortali taoisti

Gli Otto Immortali


Gli Otto Immortali (八仙Bāxiān) sono un gruppo di leggendari xian (immortali; trascendenti; santi) nella mitologia cinese. Sembra che il loro culto sia nato durante la Dinastia Jin (265 d.C. - 420 d.C.), diventando le figure centrali del pantheon taoista. Tre di questi immortali sarebbero realmente esistiti, mentre gli altri sono puramente leggendari e nati dall’immaginazione popolare.

Essi si erano aggiudicati l’immortalità grazie alla loro profonda e sincera conoscenza dei segreti della natura, capaci di resuscitare i morti e di poter essere visibili o invisibili a loro piacimento.

Questi eremiti, secondo la leggenda, dovevano incontrarsi una volta l’anno presso le montagne di Kunlun, ove risiedeva la regina Xin Wang Mu, la quale presiedeva il loro incontro in mezzo a una distesa di fiori di corallo e delle mitiche pesche dell’immortalità (che maturavano una volta ogni 300 anni).

 Nelle arti marziali cinesi, gli Otto Immortali sono legati allo sviluppo degli esercizi di qigong, come il Baduanjin (otto pezzi del broccato).

Molte scuole cinesi portano il nome degli Otto Immortali, ispirando alcune tecniche alle loro caratteristiche singolari.

Zhongli Quan

Leader ufficiale degli Otto Immortali, o meglio uno dei tre leader, nato durante il periodo degli Han.
Zhongli Quan (钟离权Zhōnglí Quán) è solitamente rappresentato con la pancia tonda e scoperta, dal petto gonfio d'aria, da una lunga barba e dai capelli racconti ai lati con due bobine. Porta con sé un ventaglio di piume che ha il potere di resuscitare i morti. Destinato alla grandezza dal giorno in cui nacque, mostrando caratteristiche come una fronte ampia, le orecchie grosse, lunghe sopracciglia, occhi profondi, il naso rosso, bocca quadrata, le guance alte, e le labbra scarlatte. La leggenda narra che al momento della sua nascita, potenti raggi di luce inondarono la stanza. Da neonato, egli non emise alcun suono (né strilli, né pianto, né risatine infantili) fino al settimo giorno, in cui, alzandosi in piedi esclamò:

"I miei piedi hanno vagato nel palazzo di porpora degli Xian (Immortali),

il mio nome è registrato nella capitale dell'Imperatore di Giada."

Zhongli fu generale dell’impero Han, ma abbandonò l’incarico dopo aver conosciuto un vecchio eremita che gli rivelò i segreti del Dao, decise da quest’incontro di abbandonare la vita governativa e ritirarsi in montagna vivendo da eremita e vagabondo. Un giorno, durante la pratica di meditazione davanti al muro della sua grotta, la parete di roccia si aprì, mostrando un prezioso vaso di giada con all’interno i segreti per diventare immortali. In quello stesso giorno la sua camera si riempi di nuvole, arcobaleni e musica celeste. Si racconta che durante un grande periodo di carestia aiutò migliaia di famiglie povere, trasformando il rame in oro e argento e riportando in vita le persone meritevoli di tale occasione.

Lu Dongbin

Lu Dongbin (吕洞宾Lü Dongbin), personaggio storico menzionato nel libro ufficiale “Storia della Canzone” è considerato uno dei primi maestri dell’alchimia interna dell’arte Neidan (tecniche taoiste di longevità), tuttavia era anche un discreto donnaiolo con qualche problema nel bere. Viene raffigurato con il tipico abito da studioso confuciano (successivamente convertito al taoismo) che porta con sé una spada magica, legata dietro alla schiena, capace di scacciare gli spiriti maligni. Nell’altra mano tiene frusta di crine di cavallo, capace di farlo volare sulle nuvole.

La leggenda narra che una notte, mentre Lü Yan si trovava a Chang'an, si addormentò mentre stava cucinando il suo miglio giallo. Sognò di sostenere l'esame imperiale ed eccellere al punto di vedersi affidare un ruolo prestigioso. La sua ascesa al potere fu talmente rapida che presto fu nominato vice-ministro. Poi sposò la figlia di un ricco familiare, dalla quale ebbe un bambino e una bambina. Intanto veniva promosso più volte, finché venne eletto primo ministro. Tuttavia, il suo successo e la sua fortuna suscitarono la gelosia di altri, quindi fu accusato di aver commesso crimini che gli fecero perdere la carica. Sua moglie poi lo tradì, i suoi bambini furono uccisi dai banditi e perse ogni ricchezza. Mentre stava morendo su una strada nel sogno, si svegliò. Nonostante nel sogno fossero passati diciotto anni, l'intero sonno aveva impiegato il tempo di cottura del miglio. I personaggi del suo sogno erano stati interpretati da Zhongli Quan per fargli capire che non si dovrebbe dare troppa importanza alla gloria e al successo transitori. Lü decise di seguire Zhongli per scoprire e sviluppare l'arte del Tao. Questo sogno è conosciuto come "Il sogno del miglio giallo".

He Xiangu
La donna immortale

He Xiangu (何仙姑 Hé Xiān Gū), fata che veglia sui focolari domestici è l’unica donna degli Otto Immortali. Rappresentata come una graziosa ragazza, che porta su una spalla un lungo gambo di loto curvilineo, terminante con un fiore o con una capsula di semi. Questo stelo di loto magico è in grado di guarire qualsiasi malessere fisico e mentale. Talvolta porta con sé uno scettro o un organo a bocca. Nata da un bottegaio dello Hunan ai tempi dell'imperatrice Wu Zetian (690-705), la vergine immortale He Xiangu ha l'aspetto di una fata. Nacque con sei capelli in testa e non le crebbero mai di più. Quando compì 14 o 15 anni, un personaggio divino le apparve in sogno e le consiglio di mangiare polvere di madreperla, in modo che il suo corpo potesse rimanere evanescente ed eterno. Ella seguì il consigliò e, subito dopo, promise di rimanere vergine. Scomparve e divenne immortale mentre si recava dall’imperatrice Wu Zetian che l’aveva convocata.

Li Tieguai
dalla stampella di ferro

Li Tieguai (李铁拐Lǐ Tiěguǎi) viene descritto come l’immortale irrascibile e irritabile, ma anche generoso con i poveri, i malati e i bisognosi, le cui sofferenze vengono alleviate da una speciale medicina estratta dalla sua zucca. Simboleggia la medicina e la sua immagine veniva usata come emblema delle farmacie cinesi.

La leggenda narra che, prima di diventare Immortale, Li Tieguai fosse un uomo molto attraente. Fu convocato da Laozi nei monti della Longevità per incontrare gli altri Immortali. Prima di partire, disse al suo discepolo, Li Ching, di aspettare per sette giorni il suo ritorno. Se non fosse tornato entro questo periodo di tempo, Li Ching avrebbe dovuto bruciare il suo corpo, perché significava che Li Tieguai sarebbe diventato un Immortale; dopo sei giorni e mezzo, l'allievo fu costretto a tornare a casa per visitare la madre malata che era ormai in punto di morte e bruciò il corpo del maestro in anticipo. Quando lo spirito di Li Tieguai tornò, vide che il suo corpo era stato bruciato e partì allora alla ricerca di un altro corpo in cui alloggiare. In un bosco, trovò soltanto il cadavere un mendicante zoppo e orrendo, morto di fame. In mancanza di meglio l'anima vi si rifugiò, e da quel giorno Li Tieguai, suo malgrado, si trovò in questo corpo d’invalido. Laozi apparve e gli consegnò una medicina in grado di guarire ogni male e che non si esauriva mai, attraverso cui riportò in vita la madre di Li Ching. Lo studente fu poi destituito dal suo incarico, perché Li Tieguai confidava che, attraverso il duro lavoro, anche Li Ching sarebbe diventato Immortale. Per mitigare le sue sfortune, Laozi gli regalò una gruccia di ferro, da cui deriva il suo soprannome, “Li stampella di ferro”. 
Laozi gli disse che era pronto per unirsi agli Immortali. Nel corso delle sue peregrinazioni sulla terra, si dice che sospendesse la propria borraccia a una fessura della parete della propria stanza, e dopo essersi magicamente rimpicciolito fino a raggiungere le dimensioni di una rana, la notte vi si rifugiasse all'interno, per dormire. Il giorno dopo ne usciva, ritornando per incanto alle normali dimensioni. Il suo spirito vitale poteva abbandonare a piacimento gli stracci carnali e assumere una natura eterea e informe.

Zhang Guolao
il vecchio

Zhang Guolao (张果老Zhāng Guǒ Lǎo) è uno dei tre immortali realmente esistiti nel VIII secolo e simboleggia la vecchiaia. Lao, inserito nel suo nome, significa per l’appunto vecchio. Zhang Guo era un alchimista che viveva da eremita sulle montagne dello Shanxi durante la Dinastia Tang. Declinava regolarmente gli inviti che gli venivano fatti per recarsi a Corte, e morì improvvisamente il giorno in cui alla fine accettò. Tra i poteri magici, aveva quello di diventare invisibile o di bere senza battere ciglio tazze di fortissimi veleni. Era un amante del vino, al punto dal saper creare dei liquori da semplici erbe. Gli altri Immortali bevevano i suoi prodotti, credendo che avessero proprietà curative. Era anche un noto praticante del Taoismo e del Qigong ed era in grado di resistere molti giorni senza cibo, affidandosi al vino da lui stesso creato. È raffigurato come un vecchio barbuto, dallo sguardo vivace, talvolta con in testa un berretto da letterato, ornato di una piuma di fenice. Porta sempre sulla schiena un bambù cavo da cui escono due bacchette piegate (uno strumento musicale a percussione). Viaggiava su una infaticabile mula bianca, capace di percorrere quotidianamente centinaia di leghe. Zhang è raffigurato sia seduto sul dorso della mula, sia seduto alla rovescia, voltato dalla parte della coda. Venuta la notte, appiattiva la sua mula come un foglio di carta, la piegava in quattro o in otto parti e la metteva al riparo nella sua borsa o nella scatola per i fazzoletti, che talvolta gli si vede tenere in mano. 
La mattina sputava sulla carta e la inumidiva, poi restituiva alla mula le sue forme animali naturali.

Han Xiangzi
il filosofo

Han Xiangzi (韩湘子Hán Xiāng Zi) è il patrono dei musicisti. Incarna la giovinezza e sembra sia vissuto all’inizio del IX secolo. Si dice che fosse nipote di Han Yu, un importante uomo di Stato della corte Tang. Era l’allievo preferito del secondo Immortale, Lü Dongbin. Mentre si dedicava alla pesca insieme a Lü Dongbin, Han Xiangzi cadde da un albero di pesco ed il suo corpo morì ottenendo così l’immortalità. Era solito vagabondare in mezzo alla natura, incantando gli uccelli e perfino gli animali selvatici per mezzo del suo flauto.

 Aveva anche il potere di far crescere istantaneamente piante meravigliose in una semplice manciata di terra. Infine non aveva la minima idea del valore del denaro, e lo disperdeva.

Un giorno, mentre suo zio cercava di "convertirlo" alla vita politica, egli rispose con questi splendidi versi:

 
"Abito in una caverna in mezzo alla nebbia, tra torrenti e picchi ammantati di verde;
Assaggio la rugiada a mezzanotte che costella la terra come gemme,
Mi cibo delle rosee nuvole che lavano il cielo all'alba.
Suono la Melodia della Giada Verde da un liuto a sette corde,
E fondo in fieri alambicchi perle ridotte in polvere finissima e bianca;
Nel mio Prezioso Calderone alberga la Tigre d'Oro;
Coltivo i Funghi Magici per dar da mangiare ai Corvi Bianchi neve;
Dei poteri creativi della Natura è piena la mia fiaschetta di zucca,
Abbatto i demoni malvagi con la mia spada di tre piedi;
Il vino riempie il vuoto calice quando dico la parola magica,
E fiori spuntano e sbocciano in un batter d'occhio;
Mostrami l'uomo che fa queste cose nel modo che ho descritto,
Ed io sarò felice di parlare con lui dello hsien (immortalità) che mai invecchia.”

Cao Guojiu
lo zio imperiale

Cao Guojiu (曹国舅Cáo Guó Jiù) è l'ultimo degli Otto Immortali ed è il patrono degli attori e di tutti coloro che esercitano la professione teatrale.

Prima di ritirarsi tra i monti, sembra che sia stato ministro della dinastia Song: era inoltre legato alla famiglia imperiale (XI secolo), essendo il fratello minore dell’imperatrice Cao Hu. Il fratello minore di Cao Guojiu, Cao Jingzhi era un prepotente, ma nessuno osò mai ribellarsi alle sue angherie, a causa delle sue conoscenze altolocate, nemmeno dopo averlo visto uccidere una persona. Cao Guojiu era così carico di tristezza e vergogna per suo fratello che rinunciò al suo incarico e fuggì, diventando eremita. I due primi Immortali che incontrò gli proposero ben presto di entrare nel gruppo e gli comunicarono la ricetta dell'immortalità. Fu scelto e reso immortale dagli altri Sette che occupavano sette delle otto grotte della Sfere Superiori, ed erano alla ricerca di un ottavo compagno meritevole. Cao Guojiu viene rappresentato con la pettinatura tipica dei mandarini, con un corno dietro e alette laterali. 
Ha in mano delle nacchere (il suo attributo principale), ma talvolta anche uno scacciamosche. Può anche venir rappresentato vestito sfarzosamente con la doppia cintura dei frequentatori della corte imperiale.

Lan Caihe

Lan Caihe (蓝采和Lán Cǎihé) è il meno noto degli Otto immortali ed è considerato patrono dei fiori. L'età ed il sesso di Lan Caihe sono sconosciuti. La divinità può essere un ermafrodito, ma nella sua rappresentazione più nota è un ragazzo effeminato con un cesto di fiori in bambù. Lan Caihe proviene, secondo la leggenda, dalla Dinastia Tang ed e conosciuto per il carattere fuori dal normale e per le sue stravaganze. Indossa solamente calzoncini e piccole leggere magliette d'inverno e una pesante giubba e pantaloni lunghi d'estate. Cammina normalmente con un piede scalzo e l'altro calzato. Aveva l'abitudine di dormire nella neve, in inverno, e quando lo faceva nuvole di vapore si alzavano dal suo corpo immortale eternamente caldo. La storia dell'ascensione di Lan Caihe è questa: un giorno stava bevendo vino in una taverna, quando improvvisamente la stanza fu riempita dal suono di organi e flauti. Un momento dopo, Lan Caihe si ritrovava scagliato nel cielo in groppa ad una gru. Perse la toga, una scarpa, il busto e le nacchere, e gradualmente scomparve dalla vista.

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