Quando si accede e quando si esce dall'area di pratica per qualsiasi ragione, l'etichetta prevede che si saluti (se presente) il maestro e gli Avi con un breve inchino stando in piedi con le mani unite all’altezza del petto, punte e talloni uniti.
Nel caso in cui il Sifu non fosse presente, ci si deve rivolgere a colui che in quel momento è il più alto in grado, il quale svolgerà le veci del maestro fino al suo ritorno. Bisogna onorare e rispettare la ritualità del Saluto (Ching Li
= rispetto e riverenza). il Saluto segna l'inizio e la fine di ogni seduta di allenamento ed è estremamente importante per diversi motivi:
- serve ad abbandonare i pensieri
quotidiani per lasciare il mondo fuori dalla scuola e potersi concentrare nella pratica;
- serve ad annullare idealmente, all'interno della scuola, ogni differenza
di professione, di ceto sociale, di razza, di religione o di ideologia politica, per favorire all'interno dei praticanti l'instaurazione di quel rapporto di familiarità che fa parte della tradizione della Disciplina Marziale;
- serve per aumentare il senso di coesione interno, in quanto rappresenta il legame con il Sifu ed i praticanti del passato e del presente.
Al comando del Sifu, ci si dispone in fila per il saluto rivolti verso di lui. I praticanti si dispongono in ordine decrescente di grado partendo dalla propria sinistra. A parità di grado ha preferenza l'anzianità di cintura, a parità di anzianità di cintura ha preferenza l'anzianità anagrafica. Nel caso in cui non si indossi la cintura per dimenticanza, si lascerà il posto a chi ce l'ha (anche se il grado è inferiore al proprio) rispettando sempre i criteri di cui sopra.
La posizione delle braccia: le braccia formano un cerchio, le mani sono unite in forma di preghiera al centro del petto e inchinandosi verso il maestro si pronuncia la parola: A Mi Tuo Fo!
Se si arriva in ritardo all'allenamento, ci si mette ai bordi dell'area di pratica rivolti verso il maestro e si attende il suo permesso per salire, a quel punto si esegue il saluto tradizionale e si entra.
Se si deve abbandonare l'allenamento prima del termine, si chiede il permesso al Sifu e poi, passando dietro a tutti, e mai davanti, ci si dirige verso l'uscita, a quel punto si esegue il saluto tradizionale e si esce.
Cosa significa A-Mi-Tuo-Fo?
Durante il saluto Shàolín, shī-lǐ (cinese: 少林施禮), i monaci a mani giunte pronunciano il mantra: A-Mi-Tuo-Fo (cinese: 阿彌陀佛) che letteralmente significa: “Offro i miei rispettosi omaggi a Buddha Amitābha”.
La divinità di Buddha adorata nel Tempio Shàolín si chiama Amitābha ed è considerata l’origine di tutte le altre forme Divine di Buddha e di tutti i Bodhisattva, apparse nelle varie Ere.
Nel buddhismo Chán, recitare o cantare il Santo nome evoca la presenza del Signore nella propria vita spiritualizzandola, perciò la recitazione costante della mantra A Mi Tuo Fo è sufficiente a mettere fine al Saṃsāra, il ciclo di nascite e morti ripetute e a tornare nella Terra Pura, dove regna Amitābha