Dopo aver lasciato la corte imperiale, Bodhidharma si recò al monastero di Shaolin, ma i monaci, diffidenti verso il suo insegnamento, non lo accolsero subito.
Determinato, trovò rifugio in una grotta nelle vicinanze e iniziò a meditare rivolto verso una parete per nove anni ininterrotti.
Si dice che il suo sguardo fosse così intenso che la roccia stessa si impregnò della sua energia, lasciando un'impronta mistica sulla parete.
Un'altra leggenda afferma che, durante la sua meditazione, una notte cedette alla stanchezza e si addormentò per un istante. Infuriato con se stesso per la debolezza, si strappò le palpebre e le gettò a terra.
Da esse nacque la prima pianta di tè, da allora utilizzata dai monaci per mantenere la vigilanza e la concentrazione.
Dopo anni di solitudine, un monaco di nome Hui Ke cercò di diventare suo discepolo. Ma Bodhidharma, per testare la sua determinazione, lo ignorò ripetutamente. Hui Ke attese per giorni, immobili sotto la neve. Infine, per dimostrare il suo impegno, si tagliò un braccio e lo offrì a Bodhidharma!
Solo allora il maestro accettò di istruirlo, trasmettendogli i segreti del Chan (Zen) e il potere della meditazione. Da quel momento, Hui Ke divenne il secondo patriarca del Buddhismo Chan in Cina.
Durante il suo soggiorno a Shaolin, Bodhidharma si accorse che i monaci erano fisicamente deboli, incapaci di mantenere la disciplina meditativa per lungo tempo. Per aiutarli, creò una serie di esercizi basati sul movimento degli animali, sulla respirazione e sulla concentrazione mentale.
Questi esercizi, noti come "Yi Jin Jing" (Classico della Trasformazione dei Muscoli e dei Tendini), divennero le fondamenta di ciò che oggi conosciamo come Kung Fu Shaolin. Si dice che grazie a questi insegnamenti, i monaci diventarono non solo maestri della meditazione, ma anche guerrieri imbattibili.
Le storie sulla fine di Bodhidharma sono numerose e misteriose. Alcuni dicono che morì e fu sepolto, ma una leggenda racconta che, anni dopo, un funzionario cinese vide un monaco con una sandalia in mano camminare nelle montagne occidentali.
Riconoscendolo come Bodhidharma, gli chiese dove stesse andando. Il monaco rispose enigmaticamente:
👉 "Sto tornando in India."
Quando il funzionario riferì la cosa ai monaci Shaolin, essi aprirono la tomba del maestro e la trovarono vuota, con una sola sandalia all’interno! Così nacque la leggenda secondo cui Bodhidharma non morì mai davvero, ma ascese a una dimensione superiore, lasciando dietro di sé il suo insegnamento eterno.
Oggi, Bodhidharma è venerato sia come il padre del Buddhismo Zen che come il fondatore del Kung Fu Shaolin. La sua storia incarna la fusione tra disciplina spirituale e forza fisica, ispirando ancora oggi monaci, artisti marziali e ricercatori della verità in tutto il mondo.
Chiunque pratichi meditazione o arti marziali può ancora sentire il suo spirito, che vive nelle antiche grotte di Shaolin e nei cuori di coloro che cercano l'illuminazione attraverso la pratica e la perseveranza. 🔥🌀